martedì 8 maggio 2018

La casa di Carta (no spoiler)

Una volta tanto, anziché parlare di serie e videogame vecchi di anni e che piacciono solo a me, eccomi sul pezzo con qualcosa di attuale da adorare mentre il mondo la adora. Meritatamente.
La Casa di Carta narra le vicende della rapina del secolo - e in realtà qualcosa di più di questo. Come viene spiegato nei primi minuti del primo episodio, non è solo una rapina ma un piano geniale, di cui tutti diranno "Perché non ci ho pensato io?".
E già, perché non ci aveva pensato nessun altro?
Perché ci vuole un genio come il Professore - o come Álex Pina, autore della serie - a concepire minuziosamente, dettaglio per dettaglio, uno scenario del genere.

il cast di La Casa di Carta
il cast di La Casa di Carta


Capiamoci, senza fare spoiler (non ne faccio mai qui): come immaginerete non è neppure tecnicamente immaginabile una serie di tredici puntate (più seconda stagione di nove) in cui si racconta una semplice rapina. L'idea è molto più grande e vedrete crescere di puntata in puntata un meccanismo perverso e geniale.
Meraviglioso il cast (non stupitevi per i... nickname toponomastici, stiamo parlando di persone): Berlino (interpretato da Pedro Alonso, amorale, viscido e odioso ma con un'impeccabile etica della rapina), la protagonista assoluta Tokyo (lasciatemi unire al coro e spendere due parole su quanto è intensa e intrigante Úrsula Corberó, e come spacca lo schermo: ogni sua inquadratura è una coltellata al cuore), il giovane Rio (donne, provateci a dirmi che Miguel Herrán e il suo dolce personaggio vi hanno lasciato indifferenti), e ancora Nairobi (mi piace moltissimo il personaggio di Alba Flores, il prezioso consulente tecnico dell'operazione), e Denver, Mosca, i due fratelli Helsinki e Oslo; ogni nome di città una personalità, e dietro a ogni personalità, chissà, forse una piccola potenziale scintilla di guai che cova sotto alla serissima professionalità ed "etica criminale" di ciascuno. Perché qualcosa dovrà pure andare storto. Oppure no?

Ursula Corbero
Úrsula Corberó

La banda dei sogni insomma (o degli incubi, a seconda del punto di vista), abilmente diretta via filo dal Professore (Álvaro Morte), un personaggio indimenticabile che sembra una perfetta pacificazione fra il Walter White prima e dopo la cura: pacato, anonimo, meticoloso, garbato, ambizioso e implacabile.
Ma non posso e non voglio dirvi altro. Adesso sicuramente spunterà il classico bastian contrario a dire che La casa di carta non è è poi un granché. Legatelo a una sedia, imbavagliatelo, bannatelo, bastonatelo, fate quel che volete e guardate subito questa dannatissima serie.
Ogni tanto è bello adorare qualcosa che il mondo adora. Tuffatevi subito e senza paura: La Casa di Carta è una serie imperdibile.

Voto: 18 Dm*



* Dm, o Dommatteo, è la mia unità di misura per le serie TV. Un Dommatteo equivale al piacere provato da una vecchina guardando RaiUno il giovedì sera.

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