martedì 13 marzo 2018

Il commissario Montalbano

Quando un giorno il più lontano possibile Camilleri non ci sarà più, chiuderò per molti giorni la pagina Facebook e non vorrò parlare con nessuno. Ma Camilleri c'è e questo post è per lui.
A volte mi scappa di ringraziare chi c'è stato e ci lascia, ma mi piace molto più, ogni tanto, ricordare e ringraziare i viventi. Quando abitavo in Piemonte per la prima volta in vita mia il mondo intorno a me non parlava in siciliano, ma stranamente, improvvisamente, la TV sì. E questa cosa mi faceva sentire meno solo e alieno.
Quindi, anche se non può leggermi, voglio ringraziare Andrea Camilleri di esserci.



Le cose che abbiamo le diamo per scontate, ma c'era vent'anni fa o giù di lì un mondo in cui i poliziotti della tv non commettevano ancora effrazioni e non interpretavano in modo personale e discutibile l'etica professionale. E non mangiavano mai e non facevano battibecchi con i colleghi, non odiavano le scartoffie e non parlavano in dialetto insegnandolo a tutti. Camilleri ha raccontato e racconta al mondo altri modi di essere siciliani che si sono sovrapposti e sostituiti al vecchietto con la coppola. Non solo Montalbano, ma anche i suoi comprimari e le comparse, i professori d'animo nobile, le donne fiere e quelle pazze, le signore isteriche con figli sottomessi... la Sicilia è complicatissima e essere solo i mafiosi o i vecchi contadini era stupido prima che offensivo. Adesso è più difficile rinchiuderci in quegli stereotipi.
Quindi, Andrea Camilleri, vivo e vegeto finché Dio o chi per lui vorrà, dato per scontato da chi ottusamente odia la cultura popolare, io ti ringrazio.

Voto: 14 Dm*


*1 Dm, o Dommatteo, è la mia unità di misura per le serie TV. Un Dommatteo equivale al piacere provato da una vecchina guardando RaiUno il giovedì sera.



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