un film di Paula Markovitch, 2011
Nell'Argentina degli anni settanta - quella della "Guerra sucia", la repressione sanguinosa del generale Videla - una donna trova riparo con la sua bambina in una baracca sul mare.
Gli occhi vispi della piccola Cecilia (Paula Galinelli Hertzog) osservano un mondo fatto di segreti che non si possono raccontare, pena la vita stessa. Ma per una bambina di sette anni non è facile reggere il gioco delle bugie.
Nello sfondo, una madre che resiste e attende, fiera, esausta.
La storia, ispirata dall'esperienza vissuta dalla stessa regista Paula Markovitch da bambina, fa il paio con un altro splendido film uscito cinque anni prima, "L'anno in cui i miei genitori andarono in vacanza" di Cao Hamburger, nel raccontare il volto del fascismo attraverso lo sguardo puro dei bambini.
In un mondo che continua a fare confusione sul concetto di "fascismo", dove si sostiene che non è una realtà storica ormai superata di cui non avere più paura, la narrazione dell'innocenza al cospetto con il potere spietato è un dono prezioso.
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