Ivan Cotroneo è una benedizione per la tv italiana. Una di quelle menti
fervide capaci di stravolgere le certezze senza usare la violenza ma
porgendo sempre la mano con garbo e delicatezza. Il suo è un percorso
certamente rischioso, e non privo di fragilità: è quel classico tipo di
mente creativa che arriva e cambia le carte in tavola per tutti, a
beneficio anche di chi lo imita raccogliendo allori al suo posto.
Dopo "Tutti pazzi per amore" la fiction (all')italiana nel suo insieme
ha fatto un enorme balzo in avanti. L'esistenza stessa di quella serie
ha costretto la Rai a rivedere e modernizzare progetti come "Un medico
in famiglia" o "Don Matteo". (Il fatto che non sempre questa revisione
sia riuscita - nel caso di "Un medico in famiglia" soprattutto - dipende
dal fatto che non basta imitare Cotroneo per diventare Cotroneo). La
stessa "Sirene", nella sua buffa semplicità che sconfinava (volutamente) nel puerile, è riuscita nel tentativo di aggiungere elementi nuovi al mondo
della fiction italiana: far morire un
personaggio (amato, adorabile) della serie, senza per questo intaccarne il tono
leggero (operazione già tentata e riuscita a metà con Tutti Pazzi
Per Amore, semplicemente perché lì la morte fu un artificio narrativo
malamente stiracchiato in una seconda stagione non all'altezza della
prima). La vita è fatta di tutto, anche di disgrazie, e la fiction secondo Cotroneo non ha paura di nulla.
La prima stagione di "È arrivata la felicità" mi era piaciuta, ma ci
avevo trovato tante potenzialità da sviluppare e pochi guizzi davvero geniali. Era una serie gradevole e
buffa per farci buona compagnia la sera, con personaggi deliziosi e ben
tratteggiati ma non tantissima sostanza. Tante storie d'amore, certo non
banali, lo stravolgimento del concetto di normalità, come sempre -
nessuna storia è mai "normale", sembra dirci il buon Ivan - ma tutto
pareva finalizzato al mero intrattenimento, tanto che difficilmente
saprei riassumervi la trama della stagione.
"È arrivata la felicità 2" ha cambiato da subito le carte in tavola.
Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama, agli occhi sei
barlume che vacilla, al piede teso ghiaccio che s'incrina. Angelica si
ammala. Angelica ha un tumore dal nome terrificante, fra il terzo e il
quarto grado, e ha il trenta percento di probabilità di non farcela.
Il
pubblico non ha retto la botta ed è scappato via, stavolta.
Anch'io ho tentennato. La vita è già difficile senza che ci troviamo il
cancro pure in tv, eh? Ma il pubblico ha sbagliato - io avrei sbagliato - a
gettare la spugna. Perché "È arrivata la felicità 2" è una serie
preziosa, delicata e dannatamente divertente, imprevedibilmente
divertente, coraggiosa e fatemelo ripetere: divertente. I protagonisti,
fra i meccanismi e le rotelle dei loro pensieri, ci raccontano ansie
paure e inquietudini e ci fanno sentire meno soli.
Non siamo di fronte al cancro commovente e ricattatorio della fiaba
buonista di "Braccialetti rossi": la malattia qui è il termine di
riferimento per capire la vita, il valore degli affetti e del tempo.
La malattia cambia tutto e trasforma ogni comportamento in una possibile trappola
pietosa, e Angelica non ci sta. Il suo buon cavaliere deve lottare con
la sua bella (cioè assieme a lei ma anche contro di lei, perché una
malata può essere, vivaddio, stronza, e magari essere grata di
sentirselo dire!) e essere più tenero e coraggioso che mai. E la lotta
vera consiste nel far sì che la vita continui, perché, sì, la vita
continua, e quella sacca di vita raccontata da "È arrivata la felicità
2" è quello spazio che nessuno mai racconta, quella ricerca di sanità
mentale, di normalità, di risate e amore nelle fasi più dure della vita.
Ecco perché questa stagione è così gradevole, ancor più della prima:
perché fra i due protagonisti (vi ho già detto di quanto sono bravi
Pandolfi e Santamaria?) e intorno a loro il
mondo continua a girare più pazzo che mai, pieno di quegli intrighi
romantici e di quelle cazzate madornali che ci piacciono tanto, le vite
scorrono più incasinate che mai, e tutto è spassosissimo. Il cast
semplicemente perfetto - Savino, Davoli, Bevilacqua, Tabasco, De Cola, Wertmüller, Roja,
Abraham, i meravigliosi ragazzi (le due sorelle Giorgia e Greta Berti,
Francesco Mura, Paolo Fantoni) - non sbaglia niente e interpreta a
perfezione stereotipi, tic, manie e pazzie uscite dalla penna geniale
del padrone di casa. Divertendoci e divertendo, molto più della prima volta.
Questa cosa una parte del pubblico Rai non la saprà mai, perché si è
arresa. Cosa lecita, errore comprensibile in fondo. Stavo per
commetterlo anch'io.
L'errore davvero imperdonabile, a mio avviso, l'ha commesso l'emittente. È una
questione di prestigio, se vogliamo, e di correttezza verso il proprio
pubblico. Una rete non commerciale, pagata dal canone, non dovrebbe mai,
mai, MAI genuflettersi all'audience e dovrebbe sempre tirare dritto
fino alla conclusione, senza spostare appuntamenti, senza arrendersi,
senza mai doversi scusare.
Hai sbagliato la scommessa con il tuo
pubblico? Pace, la porti comunque fino in fondo per rispetto di chi ti
ha seguito, e perché di un prodotto di questo altissimo livello non ci si
può pentire. Il motivo per il quale sono felice, fiero di pagare il
canone Rai (so di andare controcorrente in questo) sta proprio nella
capacità delle reti nazionali di differire e di intraprendere scelte
coraggiose.
Parte del pubblico si è arresa? Non importa, ce ne faremo una ragione.
La Rai dovrebbe stendere tappeti rossi dovunque passa Ivan Cotroneo ed
essergli grata per insuccessi così ben riusciti. Se la tv nazionale è una
tv di servizio, una fiction che sa trattare con leggiadria temi così
importanti andrebbe comunque salvaguardata a prescindere dal ricatto
dell'audience.
Questa seconda (e, temo, ultima) stagione della serie di Cotroneo è una
scommessa comunque vinta sul piano della qualità e dei contenuti e un
ennesimo nuovo parametro di riferimento stabilito nel mondo della
fiction leggera.
Voto: 12 dM*
*1 Dm, o Dommatteo, è la mia unità di misura per le serie TV. Un
Dommatteo equivale al piacere provato da una vecchina guardando RaiUno
il giovedì sera.
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