domenica 7 ottobre 2018

Doctor Who

"A mysterious woman, unable to remember her own name, falls from the Sheffield night sky."
Cosa volete di più che un titolo e di una sinossi perfettamente bowieana per incuriosirvi?
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A differenza della classificazione abituale, Doctor Who non è una serie di fantascienza ma più di tutto una fiaba, fantascientifica, che accompagna le famiglie britanniche da cinquantacinque anni, un vero e proprio elemento base della cultura britannica, al pari dei Beatles o della stessa famiglia reale (e pare che la Regina Elisabetta II sia una grande fan).
Il primo episodio della serie andò in onda il 23 novembre del 1963, la sera dell'assassinio di Kennedy (e ovviamente nessuno lo vide). La BBC accettò di replicarlo la settimana successiva grazie all'insistenza della produttrice Verity Lambert.
Grazie a quell'insistenza nacque la serie più longeva della storia della TV mondiale, 55 anni, 840 episodi, di cui 146 della serie moderna in onda dal 2005 a oggi, e 694 della serie classica trasmessa dal 1963 al 1989.
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La plausibilità tecnico/scientifica non importa (più che altro va al di là delle attuali conoscenze e di ciò che attualmente si suppone si possa mai conoscere, ecco), la sospensione dell'incredulità è alla base di tutto.
Non ci è dato sapere per quale motivo un popolo di Signori Del Tempo sia in grado di rigenerarsi, quale energia muova il Tardis, una macchina vivente in grado di spostarsi nel tempo e nello spazio e dotata di una sua bizzarra muta, fedele, capricciosa volontà (ha solo un piccolo guasto sul piano mimetico, bloccata alla forma di cabina della polizia degli anni sessanta). Ah, ed è più grande (immensa, infinita, come qualche episodio memorabile ci ha spiegato) all'interno.

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Ogni tanto il Dottore rinasce, anzi si rigenera, cosa che dovremmo fare un po' tutti, destando stupore incredulità delusione e nuova meraviglia negli affezionati spettatori. Ma è sempre lui. Ogni rigenerazione è un reboot, previsto e atteso, e ogni rinascita porta via alcuni spettatori, ma soprattutto aggiunge nuove schiere di entusiasti. Oggi per la prima volta vedremo in azione un Dottore donna, che come i veri fan sanno è una cosa assolutamente "canon", perché abbiamo già visto diversi Signori del Tempo rinascere di sesso opposto, ma ovviamente la cosa ha scatenato ire, delusioni, gioia, rabbia, aspettative, euforie. La verità è che ogni Dottore è amatissimo, e il successivo è sempre oggetto di grande, grande, grande diffidenza all'inizio. (Non da parte mia: per me il Dottore è il Dottore, lo riconosco e lo ritrovo sempre).
Doctor Who è sempre stata una serie dalla forte impronta femminile, in epoche in cui la tv era profondamente maschilista. Basti pensare, oltre alla grande Verity (cui fu dedicato anche un film, "Un'avventura nello spazio e nel tempo") alla memorabile sigla scritta da Ron Grainer ma resa memorabile dalla pioniera dell'elettronica Delia Derbyshire. Un brano che sembra scritto e suonato... domani.
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Le attese sono altissime per la nuova stagione, e lo testimonia Google. Cercando "doctor who"+"jodie whittaker" si ottengono 4.510.000 risultati, laddove "doctor who"+"peter capaldi" (dodicesimo Dottore, bravissimo ma penalizzato da sceneggiature non sempre all'altezza, soprattutto nella sua prima stagione, con una Clara Oswald più soprammobile e gattamorta che mai) i risultati sono 3.070.000. La ricerca stessa ricerca con i nomi degli amatissimi Matt smith (undicesimo Dottore) e David Tennant danno rispettivamente 9.680.000 e 8.680.000. E di Jodie Whittaker non è ancora andato in onda un solo episodio.
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Come entrare d'improvviso in questo universo senza avere un capogiro? Basta iniziare da... oggi.
Il nuovo showrunner Chris Chibnall (Broadchurch) afferma di aver girato una stagione assolutamente accessibile a chi non ha mai visto nulla. E se poi v'incuriosite, lo sapete, si può tornare indietro quando si vuole (a patto di non toccare nulla): time is wibbly wobbly timey wimey stuff.

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